mercoledì 2 dicembre 2009

"Dois aninhos" di Bahia

Ciao gente!
Sembra ieri, ma sono entrato nel mio terzo anno tropicale. Mi sento sempre un po' spaesato, ma - in misura differente - in realtà è una sensazione non nuova, anzi mi accompagna da molto tempo.

"(I cristiani) Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera". Sono sempre stato affezionato a questo brano della (Lettera) A Diogneto, uno dei primissimi documenti della Chiesa antica (V.5. Per chi vuole approfondire ecco il link alla lettera intera). Oggi, comprensibilmente, di più.

Ciò non toglie che la visita italiana di settembre-ottobre mi abbia fatto un enorme piacere, venato solo dal rimpianto che anche stavolta non ho avuto tempo e testa per dedicare il tempo che avrei voluto a tutte le persone che desideravo. Pazienza.


Quando sono rientrato mi sono tuffato subito nel delirio della "Festa da Padroeira". Se il tema era catechistico, la forma era biecamente devozionale, fortemente voluta dalla gente e in effetti ha portato livelli di partecipazione sorprendentemente alti. Per uno come me che ha sempre vissuto con snobistico disagio la dimensione devozionale della fede si è trattato di una dura prova. Penso però che ne sia valsa la pena. Interessante il tentativo di coinvolgere per l'occasione le realtà sociali del quartiere. Ecco una rappresentanza della Polizia Militare


e questo sono io in una posa piuttosto compresa.


In realtà poi continuo la mia ricerca di come proporre una fede il più possibile incarnata "neste chão" (in questo suolo), cosa che da un lato comprende sicuramente la religiosità popolare (devozione), ma va anche ben oltre, credo. Epperò non vedo grandi modelli. Sto iniziando a conoscere il Cebi, un centro ecumenico di studi biblici che è un po' l'ultimo ridotto di esperienze orgogliosamente sovversive (di quello che Emmanuel Mounier, filosofo personalista comunitario cattolico - tanto per non ingenerare equivoci - chiamava con efficacia "disordine costituito") come la lettura popolare della Bibbia. Staremo a vedere. Di sicuro da quel tipo di sensibilità è nata la "Casa do Sol", fondata da Pe. Luis Lindtner (italiano, non a caso ammazzato qualche anno fa) e Pina Rabbiosi che invece, tra molte difficoltà anche familiari, resta sulla breccia. Anche qui voglio approfondire, ma da quello che mi racconta Laura - un'amica italiana che sta facendo un anno di esperienza sull'educazione popolare - è qualcosa di molto vicino a quello di cui ci sarebbe bisogno anche da me. Domenica vado a cena da Pina e cominciamo a parlare.


Immagino che più d'uno sia interessato su come continua la saga di Tia Mira. Bene, dopo aver più o meno assicurato la sopravvivenza, ora c'è da fare in modo che la Creche possa uscire dalla situazione di perenne emergenza, che tra l'altro non fa bene alla salute di Tia Mira, per conquistare finalmente una stabilità amministrativa. Purtroppo non sarà né facile, né immediato. Però ci proviamo. "Graças a Deus" Luisa, una consacrata italiana con una eccellente esperienza in amministrazione qui in Brasile, ha iniziato a prendere in mano la cosa. Il quadro immediato è quasi disperato, ma lavorando bene entro qualche anno le cose potrebbero anche risolversi, "se Deus quiser". Quando avrò il "piano industriale" ve lo parteciperò.


Una cosa pesante stando lontano è il senso di isolamento nei confronti di eventi delicati e dolorosi nel presbiterio della mia Chiesa, come la condanna di Roberto (Berti) e l'allontanamento dalle Piaggie di Alessandro (Santoro), con ciò che l'ha preceduto e ne sta seguendo. Con quest'ultimo peraltro mi lega un legame di amicizia e di affetto che risale al seminario, cosa che rende le notizie - e l'impossibilità di elaborarle emotivamente in una conversazione o anche in uno scontro - parecchio pesanti. Ma anche questo era in preventivo.


Dieci giorni fa abbiamo avuto il nostro momento "spettacolare". Stavo celebrando la Messa nella comunità più piccola quando per la strada si è sentito uno sparo. Naturalmente abbiamo chiuso la porta e le finestre sulla strada e abbiamo provato a continuare la celebrazione, con poco profitto, però. L'elicottero della polizia ha continuato a volteggiarci sopra per più di mezz'ora e la devozione dei fedeli devo dire che ne ha alquanto risentito. Per dirla tutta erano piuttosto terrorizzati. Io invece, forse incoscientemente, mi sentivo abbastanza tranquillo con le porte chiuse. Ho saputo poi che tre giovani avevano ucciso in un mercato un tenente della polizia (qui basta essere riconosciuto come poliziotto per essere ammazzato senza altre formalità) e la polizia aveva immediatamente messo in piedi la vendetta, catturando il primo, facendo irruzione e uccidendo a sangue freddo uno dei presunti omicidi e cercando l'altro per fargli fare la stessa fine. Quest'ultimo però sembra sia riuscito a scappare. Si dice in quartiere che la pistola non sia stata ritrovata e che sarà quella che nelle prossime settimane ucciderà il poliziotto di qui che ha indicato alle forze speciali la casa del ragazzo freddato. Meno male che la mia mamma, in visita qui fino al 15, quel giorno era fuori Salvador a partecipare a una gita. Anche se poi la gente (benedetti loro!) si è incaricata di raccontarle tutti gli eventi spettacolarizzando i toni come si fa in queste occasioni. Vabbè.


E ora l'angolo della vanteria. Dopo mesi di tentativi sono riuscito a installare una versione di Linux leggerissima e in portoghese (Ubuntu con LXDE, una leggerissima interfaccia grafica, come segnalatomi da Max, che ringrazio) in grado di dare nuova vita a quelli che ormai sono gloriosi ferrivecchi e a renderli idonei per farci corsi di alfabetizzazione informatica. Ora bisogna trovare chi ha tempo da perderci. Comunque sono soddisfatto del risultato che mi conferma che il software "open source" ha davvero molteplici potenzialità.


Se tutto va bene tra non molto tempo la parrocchia potrebbe finalmente avere una casa parrocchiale. I miei padroni di casa hanno deciso di trasferirsi e mi hanno offerto di comprare l'edificio (2 appartamenti). Secondo me sarebbe un'ottima soluzione anche per l'ospitalità e durante la visita italiana ho fatto debita richiesta. Sto aspettando fiduciosamente la risposta, cosciente che in Diocesi in questo momento c'è ben altro che monopolizza attenzioni e preoccupazioni. Ma arriverà anche il mio turno. E sennò a anno nuovo farò partire rispettosa sollecitazione...


Ecco per finire la piada baiana di oggi:
- Baiano, che mestiere fai?.
- Nessuno, amico. io non lavoro.
- Che bello. Allora sei ricco di famiglia?.
- Beh, io no. Però mia moglie conosce un tizio che lo è.

Fate i bravi.

Luca

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