lunedì 23 marzo 2009

Carnevale, Quaresima e un vecchio debito

Ciao gente!

Riscorrendo questa lettera la trovo alquanto prolissa. Dopo la fatica che ho fatto per scriverla però non ho proprio voglia di tagliarla, vi riconosco quindi i diritti del "decalogo" di Daniel Pennac (Come un romanzo), in particolare l'1 (di non leggere), il 3 (di non finire) e l'8 (di spizzicare). Ma sperando sotto sotto che invece valga la pena affrontare il cimento.

CARNEVALE

Superato quasi incolume il carnevale. Unico danno collaterale la scomparsa dalla tasca della fidata macchina fotografica che tante soddisfazioni mi aveva dato. È successo l'ultimo giorno, dopo che altre tre volte mi ero immerso in quella bolgia senza particolari problemi (ma anche senza macchina). In realtà portarla là è stata un'imprudenza, ma la voglia di raccontare - anche con le immagini - quell'immane casino era veramente tanta, col risultato di aver perso documentazione e macchina. Capita.

Per orientarsi ricordo che il carnevale soteropolitano è la maggior festa di piazza al mondo e si aggruppa su tre "Circuiti": Campo Grande, Barra e Pelourinho. I primi due sono caratterizzati dalla presenza dei "trio elétrico" camion con enormi bilici dove è montato un palco dove si esibiscono i cantanti o le band e circondati dal "bloco" di riferimento, turma di entusiasti che di solito hanno sganciato fior di quattrini per avere il diritto di entrare nello spazio delimitato da cordoni che circonda il trio e di accompagnarlo per tutto il circuito. Il terzo è più tradizionale, con bande di fiati e/o percussioni. Ma ne ha già parlato diffusamente l'anno scorso.

Ho fatto un totale di quattro visite insieme a Luisa - italiana - e a Janailton, un ex ragazzo dell'orfanato che ha badato a noi (infatti la macchina è scomparsa quando me ne sono andato da solo...): giovedì sera al circuito di Campo Grande, quello storico, per una prima ricognizione. Sabato in quello di Barra tentando di vedere Daniela Mercury, ma siamo arrivati in ritardo (in quei giorni arrivare con i mezzi pubblici, ma anche quelli privati, sui luoghi del carnevale non era semplicissimo). Ripiegato sui Timbalada (e altri). Domenica pomeriggio tutto sommato rilassante al Pelourinho. Martedì finale col botto a Campo Grande: Chiclete con Banana e l'immensa Ivete Sangalo, nonché una turma incontabile di Filhos de Gandhy, il più grande e celebre afoxé della Bahia e tanti altri con i quali non vi annoio.

In mancanza di foto (sigh!) vi metto dei link a filmati in rete. Chi ha una decente ADSL dovrebbe poterli vedere in tempo più o meno reale. Gli altri forse è meglio che lascino perdere. Il mondo è ingiusto, lo so. Per i negati dell'informatica: cliccando sul sottolineato dovrebbe partire automaticamente il collegamento al filmato. In caso di riproduzione intermittente di norma è sufficiente mettere in pausa e attendere che si carichi (linea rossa alla base) per poi riprendere la riproduzione.

Allora, prima di tutto una pedante lezione sulle differenze di approccio alla musica degli artisti italiani e brasiliani. Illuminante, a mio avviso, una sinossi della stessa canzone (Eva, di Tozzi-Bigazzi) qui in versione originale

e qui nella rivisitazione brasiliana di Ivete Sangalo che, dopo averla cantata quando era la voce della Banda Eva l'ha usata (anche) per aprire il suo concerto nello stadio di Salvador tre o quattro anni fa.

A mio modesto avviso mi sembra che non ci sia storia...

Ecco poi alcuni filmati del carnevale. Iniziamo di nuovo con Ivete (lo so, sono stucchevole, ma è di gran lunga la mia preferita) ripresa sul suo trio (Demolidor 3, costato 1.000.000 di euro, tutto dorato, strumenti compresi e con all'interno una suite di lusso per il riposo dell'artista) mentre canta il maggior hit di questo carnevale: "Cadê Dalila" (di Carlinhos Brown) che ha dato anche il nome alla tradizionale influenza postcarnevalesca (sapete, lo scambio di germi in questo periodo è intenso come potrete constatare più sotto).


Ecco invece la cristianissima e neomamma Claudia Leitte (che non mi pare sia sposata, ma qui è un dettaglio. Comunque ogni paio d'ore si ritirava all'interno del trio per allattare). La sua hit, che ha conteso a Dalila la palma della miglior canzone, cavalcava perfettamente nella tradizione spregiudicata del carnevale accompagnata com'era, nell'esecuzione, dall'invito a sessioni collettive di baci in bocca, proposta in genere accolta con entusiasmo dai foliões. Chi avesse problemi con questo tipo di immagini meglio che salti il link.

Chiudo con gli Chiclete com Banana (letteralmente: gomma da masticare alla banana) con l'hit Flutuar.

Chi si fosse incuriosito basta che vada su YouTube e cerchi "carnaval salvador 2009" e si leva la voglia.

I giornali di Salvador inserivano sempre nei loro reportage una presa di culo per il modo sgraziato col quale i "gringos" si dimenavano a ritmo di musica. Nel mio caso era perfettamente meritata. Pazienza.

Ma il carnevale non è solo gli artisti sul trio, è anche tutto il contorno. Turme di ragazzi supereccitati che fanno caciara sugli autobus, controllori rassegnati e sostanzialmente indifesi che trattano con cortesia gli ubriachi più aggressivi e non fanno una piega quando questi ultimi (ma anche altri) saltano i tornelli per non pagare, omoni di 90 chili con baffi e peli di ordinanza acconciati da gentili disinibite donzelle (qualcuno - per me - ci marcia, ma non è questa la lettera per entrare nel difficile tema della problematica accettazione sociale dell'omosessualità nella Bahia), autobus che entrano direttamente nel pronto soccorso per lasciarci una ragazza in coma etilico o quasi (ero uno dei passeggeri, senza coma etilico). E poi è anche bambini che raccattano le lattine vuote per tirar su qualche spicciolo (immagine che è una botta nello stomaco). Ed è anche una ragazzina di 10-12 anni che ha fatto la comunione in parrocchia lo scorso anno, che ho incontrato - sola - uscendo dalla stazione degli autobus a vendere birre dietro una enorme cassa di polistirolo riempita di ghiaccio (e birre, naturalmente).

Sentimenti contrastanti, come è naturale in questa terra di grandi contrasti.

Comunque io alle 11 di sera del martedì ero già a letto, decisamente cotto, pregustandomi una mai così agognata Quaresima. La città invece continuava imperterrita a festeggiare. Anzi, con la scusa di "trascinare" via quanti erano rimasti in strada il Mercoledì (delle Ceneri) c'è stato l'ormai tradizionale "Arrastão" condotto da Ivete Sangalo e Carlinhos Brown, accompagnati da Timbolodumbalada, l'unione delle bande di percussioni Olodum e Timbalada. A pensarci bene concettualmente non mi sembra molto peggio delle sfilate "di recupero" normali al Carnevale di Viareggio.


QUARESIMA

Qui la Quaresima segna l'inizio dell'anno pastorale ed è marcata, dal 1963 in tutto il Brasile, dalla "Campagna di Fraternità", un'occasione per coscientizzarsi su un grande problema sociale e per cercare strade di superarlo. Quest'anno il tema è la (in)sicurezza pubblica.

Chi mastica di portoghese può scaricarsi qui il testo base. Merita. Per gli altri dirò solo che mi rincuora leggere un testo come questo e pensare che sostanzialmente vi si riconosce l'intera Conferenza episcopale del maggior paese cattolico del mondo (a volte pur di rincuorarsi ci si attacca a tutto...). Mi colpisce la profondità di analisi del fenomeno, la ricerca delle cause sociali del clima di violenza, l'attenzione ai crimini "da colletti bianchi", alcune intuizioni illuminanti (l'industria della paura, i poliziotti vittime e artefici di violenza), il rifiuto di una concezione esclusivamente vendicativa della pena. Qui ci stiamo lavorando e vogliamo continuare a lavorarci. La prima domenica di Quaresima l'omelia è cominciata con una recita ispirata alla Campagna.



Uno dei momenti forti della Quaresima qui è la Camminata penitenziale, nata una generazione fa dalle parrocchie della periferia suburbana che una volta sarebbero state definite proletarie (oggi non è cambiato nulla, solo il termine ha perso parecchio del suo appeal). In seguito ê stata avocata (e in verità un po' ingessata, come spesso succede) dalla Diocesi. Le parrocchie della Suburbana - per praticità e orgoglio - continuano con il vecchio tracciato che confluisce col nuovo a circa 3 km dalla conclusione (Santuario di Bonfim). Io ho deciso di rimanere in parrocchia a celebrare per i miei vecchi e di raggiungere la processione nel tratto finale.

Dato il sole, e la mia gigionaggine, il mio look era - mettiamola così - inconsueto: camice e stola viola d'ordinanza, borsina andina a tracolla, le mie amate ciabatte e cappello bianco simil cow-boy. Qualcuno ha trovato il coraggio di venire a confessarsi. La grande maggioranza penso mi abbia meritatamente meleggiato. Con grande discrezione, però: il popolo baiano è accogliente.


Altra novità è il giornalino parrocchiale rinnovato nel formato (A3 ripiegato) nella grafica e nei contenuti. Nonostante un'equipe ridotta e di non grande esperienza - però la lider partecipa a tutti i corsi di formazione organizzati dalla Pastorale della comunicazione diocesana - ci siamo lanciati in questa sfida. Con mille paure perché il bollettino passa da una distribuzione ad "amici e parenti" (poco più di 100 copie) alle 500 del mese scorso e alle 1000 del prossimo mese (numeri che hanno terrorizzato l'equipe). Abbiamo trovato degli inserzionisti che coprono le spese, il progetto grafico e editoriale è mio e lavoriamo per valorizzare e diffondere il lavoro delle pastorali parrocchiali. Se e quando l'equipe si allargherà passeremo ad affrontare anche veri reportage sulla realtà del bairro. Le 1000 copie sono anche l'occasione per incaricare tutti i frequentatori domenicali a farsi diffusori del giornalino e chissà che non diventi la scusa per un invito a partecipare...
Ora, come sempre, il problema non è iniziare, bensì continuare.
Dimenticavo: il tutto rigorosamente con programmi liberi (open source) sotto Linux.

La neocostituita equipe di programmazione finanziaria ha preso sul serio il suo compito e, dopo aver suggerito il rinnovamento del giornalino che è passato dall'essere una spesa a un guadagno, ha iniziato a organizzare momenti conviviali per raccogliere fondi. A volte si attraversa il mare Oceano per ritrovare le stesse cose...
Qui non abbiamo gli Alpini, ma il signor Ielson si da da fare con competenza. Ecco un'immagine della Feijoada Paroquial (appetitosa!). Probabile nuovo appuntamento i primi di maggio con una serata dedicata alle mamme.



VECCHIO DEBITO

Finalmente è arrivato il momento di pagare, con molto e imbarazzato ritardo, un debito di riconoscenza con Sofia Bianchi, una ragazza che ha fatto lo scorso anno la Prima Comunione e che, d'accordo con la famiglia, ha deciso di rinunciare a parte dei regali per sostenere una missione. Dato che avevo collaborato con il babbo Leonardo nel direttivo del Consiglio Pastorale Diocesano, la scelta era caduta su di me.

La proposta mi aveva colto di sorpresa, ma ne avevo approfittato per farmi finanziare le sedie di un salone che proprio in quel periodo la parrocchia stava riaprendo, con l'intenzione, mia, che venisse usato per gli incontri aperti alla popolazione. Dato il clima non propriamente tranquillo di queste parti ci sono molte remore a consentire l'accesso indiscriminato al Centro pastorale dove ci sono computer e altri equipaggiamenti elettronici che in Italia non farebbero gola a nessuno, ma qui...


Così un nuovo salone pensavo - e penso - rappresenta un'opportunità pastorale in più. Chiaro però che questa diventa anche una sfida a adeguare e ristrutturare il lavoro delle pastorali per sfruttare i nuovi spazi, e cambiare - a tutte le latitudini - è sempre faticoso. Quindi il decollo del salone è stato molto più lento del previsto, rimanendo inutilizzato anche mesi interi (e mettendomi in profondo imbarazzo con Sofia).

Col nuovo anno pastorale si è affacciata la Pastoral da Criança proponendo un corso di Capoeira e alcuni incontri di coordinamento con il Posto de Saude.

La vera svolta c'è stata con la decisione di formare una nuova comunità che faccia riferimento a quel salone. Scelta logisticamente criticabile (a meno di 5 minuti c'è la chiesa), ma pastoralmente necessaria per coinvolgere persone nuove dando loro un'identità che non vada a traino dei vecchi (come diceva quel Tale: vino nuovo in otri nuovi).

Un gruppo di persone ha iniziato a far visita alle famiglie e con l'occasione della festa di San José abbiamo invitato la gente al triduo (Recita e discussione sulla Campagna di fraternità, circolo biblico, Messa) e abbiamo lanciato la proposta della Messa domenicale settimanale.

Le prime rispose sono incoraggianti.



Bene Sofia, tutto questo è un po' anche merito tuo. Grazie.

Molte sono le considerazioni possibili, ad esempio che i tempi di Dio non sempre sono i nostri e che i semi non sempre germogliano subito. Pur credendoci sul serio, preferisco qui scusarmi per non essere stato capace di motivarti il senso di questa attesa e ringraziarti di nuovo. Saluta il babbo.


Martedì videocollegamento con la Parrocchia di San Piero. Qualche anno fa sarebbe stato una cosa da persone importanti, oggi, fortunatamente, le videochiamate con familiari e qualche amico sono un evento non dico quotidiano, ma quasi. Rimane, mi sembra, un gesto di amicizia e di affetto, e questo è ciò che per me davvero conta.

Fate i bravi.

Luca

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