sabato 5 settembre 2009

Sono vivo e tra poco arrivo

Ciao gente!

davanti alla tv dove la Seleção brasiliana sta umiliando l'Argentina di Maradona - una soddisfazione nazionale da queste parti - ho deciso di riscuotermi dalla mia apatia epistolare che dura ormai da maggio e dare una prova della mia esistenza in vita.

Intanto confermo le indiscrezioni che cominciano a circolare, e cioè che tra poco più di una settimana (per la precisione i 15) arrivo in Italia e ci starò un mese giusto giusto. Ne ho decisamente voglia: quest'anno, esaurito come è naturale e giusto l'entusiasmo della novità, si è rivelato più pesante. Ci sono stati momenti in cui mi ha pesato parecchio essere di là dal mare Oceano e non poter farmi vicino, almeno materialmente, a persone alle quali voglio bene e che passavano momenti difficili.

In realtà immaginavo che ci sarebbero stati, e questa è stata esattamente la ragione che mi ha fatto rifiutare la prima proposta di venire in Brasile in attesa di una maturità che mi avesse concesso di sopportarli. In effetti per ora sembra che quei calcoli si siano rivelati corretti. Graças a Deus, come si dice da queste parti.

Devo a molti un ringraziamento per l'aiuto all'asilo "di Tia Mira". I soldi che mi sono arrivati e che, al netto del recupero di quanto avevo anticipato, ho subito ripassato, sono stati decisivi per rimanere a galla in un periodo finanziariamente molto difficile. Porterò in Italia 3 o 4 etti di carte per rendere conto in dettaglio a chi lo desideri di come sono stati impiegati. Purtroppo il comune continua a non passare i contributi e finché questo problema non si risolve le prospettive di un equilibrio nei conti dell'asilo è decisamente chimerica. Vi aggiornerò.

Di cose in questo periodo ne sono successe, naturalmente. Andando a volo di uccello ricordo il São João (San Giovanni) che ho passato nell'orfanato vestito da "caipira" secondo tradizione.


Poi la nuova comunità che si riunisce nel Salone S. José e che continua a camminare. A me piace celebrare in una comunità piccola: non hai davanti un "pubblico" ma delle persone con le quali è possibile dialogare e non solo nell'omelia.



L'avvenimento che ha maggiormente marcato questi mesi è stata senz'altro la visita di Massimiliano (don), Andrea, Michela, Marco e Laura, gruppetto in "turismo missionario" (detto col maggior rispetto per la definizione) nella Bahia.

(L'Argentina, in un soprassalto di orgoglio, ha "accorciato le distante". In realtà non ho fatto a tempo a finire la frase che la Seleção ha chiarito con Luis Fabiano la propria superiorità. Così c'è quasi più gusto).

Hanno potuto sperimentare la mia mancanza di organizzazione e l'accoglienza baiana. Tutto sommano penso che ci abbiano guadagnato. Tra le più contente le ragazze del sempre erigendo gruppo giovanile.


Alla fine li ho praticamente costretti a ringraziare offrendo una cena a base di pasta, in varie qualità.


La gente ha gradito. A proposito, non ho le loro email. Chiedo il favore al CMD, mandante del crimine, di girare il messaggio ai visitanti.

Bene, in attesa di vederci in Italia chiudo con un'altra "piada", sempre sulla pigrizia baiana. Due baiani in un bar: - Mi puoi dire se la mia lampo è aperta? - Oxente (esclamazione di sorpresa che non so tradurre) perché? non vorrai che te l'apra! - Non perderti in chiacchiere: à aperta o no? - No. -Ah, va bene. Vorrà dire che a pisciare ci andrò domani.

Consumata l'umiliazione argentina posso chiudere e salutarvi.

Fate i bravi.

Luca

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