giovedì 12 giugno 2008

Notizie

Ciao gente,

ancora una volta è passato più di un mese senza che mi sia fatto vivo; questa volta la scusa è che dopo un po' che uno vive in un posto le novità cominciano a scarseggiare, specialmente per chi come me si è imposto un lungo anno di osservazione prima di azzardare cambiamenti.

Ogni tanto qualcuno si lamenta dei miei silenzi, ma poi devo dire che facendo i conti, tranne rare e preziose eccezioni, sono molte più le notizie che mando di quelle che ricevo. Tudo bem, anche questo era nelle previsioni.


Stamani sono stato invitato in una scuola municipale "Primeiro de Maio" ospite di un edificio di proprietà della Parrocchia. Un'insegnante aveva organizzato una mostra di lavori fatti con i bambini sulla storia della Penisola di Itapagipe, la nostra zona (vedi anche la foto in cima al messaggio).


La scuola si trova in una delle aree più problematiche della città, per intenderci lì vicino ci sono ancora le ultime delle palafitte che dagli anni '40 hanno marcato il paesaggio urbano e sociale di tutta questa area.


Mi è stato spiegato che il progetto è nato dall'intenzione di passare ai ragazzi l'orgoglio - nel senso di autostima - di abitare in una zona che non è solo favela, ma anche uno dei luoghi più importanti della storia di Salvador con riflessi nella storia e geografia mondiale.

Si tratta di plastici fatti con materiali riciclati che i ragazzi stessi hanno raccolto e elaborato, a conclusione di un lavoro di ricerca condotto con l'insegnante.

Il primo rappresenta lo sbarco dei portoghesi nella penisola.


Segue poi la rivoluzione industriale bahiana, che per i suoi costi sociali ha poco da invidiare a quella inglese (e ad altre). Centinaia di migliaia di persone ammassate su palafitte, con tutti i problemi che si possono immaginare e molti che NON si possono immaginare, tipo una contaminazione di mercurio rilasciato dalla Dow Chemical che ha avvelenato la Bahia e quanti si cibavano di pesci e molluschi. Una tragedia passata, per quanto ne so, sotto silenzio.


L'Idroscalo di Ribeira, primo aeroporto cittadino, che accompagna e serve la nascita dell'industria petrolifera (il primo petrolio brasiliano è stato scoperto in quell'area - Baixa do Petróleo, appunto, e Plataforma - da un ingegnere che abitava da queste parti.


Seguivano poi i plastici dei più importanti monumenti: stazione ferroviaria di Calçada, Chiesa e forte di Mont Serrat, e infine il Senhor do Bonfim il Santuario più importante della Bahia.


Al di là della necessità di mantenere i costi accettabili, la scelta di lavorare con materiali riciclati (un trionfo di cartoni e bottiglie di plastica) ha fatto sì che questo lavoro si appoggiasse, oltre che su materie tipicamente scolastiche come storia, geografia, geometria, portoghese, storia dell'arte, e su considerazioni sull'etica della cittadinanza (rispetto per il diverso), anche su interessanti spunti di educazione ambientale.

Insomma a prima vista un progetto notevole. Non a caso quella scuola lo scorso anno ha vinto un premio a livello cittadino che le è valso un decoroso lavoro di ricondizionamento dei locali.


In questi giorni sono stato cercato dalla Diocesi per sapere se fossi interessato ad usare alcune aree di proprietà della Fundação Dom Avelar, il braccio economico della diocesi. Il progetto più interessante è senz'altro quello nell'area dove si trovano gli impianti di emissione della radio diocesana e che si trovano ai margini della parrocchia, in una zona carente di tutto fuorché droga, ladri e prostituzione, mi dicono. Un posto interessante dove cominciare a lavorare.

L'altra area disponibile è un palazzo accanto alla "Citade de Deus", nomignolo che la gente del posto ha affibbiato alle casette costruite in sostituzione delle palafitte e che allude al film omonimo che è arrivato anche in Italia qualche anno fa. Non era un film romantico, tutt'altro. Se non ricordo male era uno spaccato della violenza che regnava in una favela di Rio de Janeiro. Anche quella è una realtà interessante "da lavorare", come dicono qui.


Per finire, più d'uno mi ha chiesto una foto mia dopo che è trapelata la notizia che il mio peso era tornato a due cifre.

Eccola, insieme (da sinistra) alla segretaria della scuola, all'insegnante che ha condotto il progetto e alla direttrice.


Un'ultima cosa. È ufficiale: dall'11 settembre al 16 ottobre sarò a casa per le "vacanze".

Sto bene e il morale, compatibilmente con il mio carattere disilluso e dissacrante, è alto.


Vi saluto con l'affetto di sempre.

Fate i bravi. Luca

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