lunedì 24 marzo 2008

Pasqua baiana

Salve, gente.

Serata di Pasqua. Sono davanti alla televisione a godermi la replica di una serata del "Festival de Verão" — che si è tenudo qui a Salvador in gennaio — dove la meravigliosa Mariene De Castro fa una comparsata nello show del monumento vivente Edith Carvalho e duettano scalze in un pout-pourri di samba baiani. Superbo.

Bene. Vediamo. Della domenica "Dos Ramos" vi ho già raccontato.

Allora: in settimana mi è toccata una razione non eccessiva ma comunque sufficiente di confessioni. Com mia sorpresa sono riuscito anche a interloquire abbastanza spigliatamente, almeno nella maggior parte dei casi. Spero solo che, oltre che spigliato, sia stato anche pertinente nei miei colloqui. Ancora non ne posso essere sicuro.

Martedì ho convocato una penitenziale comunitaria e, dopo aver fatto una breve introduzione, ho letto un brano di Vangelo, una breve predica, il Padre Nostro e mi sono messo a confessare. Quando un paio d'ore dopo ho finito, mi hanno spiegato che qui per penitenziale comunitaria si intende una celebrazione di stampo penitenziale al termine della quale si dà l'assoluzione generale a chi non ha peccati gravi sulla coscienza. Ohhps! Va bene, me lo segno per la prossima volta.

Giovedì alle 20 "Ceia do Senhor": una dozzina di apostoli scelti dalle varie pastorali con l'idea di "promuovere la vita" secondo lo slogan della "Campagna di Fraternità". Per il momento della lavanda dei piedi al posto dell'asciugatoio indicato dalla liturgia mi hanno porto una enorme "ventana", cioè un ben più espressivo grembiale che non so da dove sia saltato fuori. In fondo mi e piaciuto. Per L'adorazione poi c'è chi si è preso la briga di montare uno sfondo di legno pieghevole da addossare al muro per sostenere un tabernacolo. Semplice e bello. Congratulazioni. Alle 23, più o meno, tutti a letto.

Venerdì santo alle 16 Via Crucis in Chiesa. Mi hanno spiegato che l'anno passato avevano provato a farla nelle strade del quartiere, ma il risultato si era rivelato fallimentare. Anche perchè il clima del venerdì santo da queste parti è ben differente da quello al quale ero abituato, e non è una considerazione meteorologica. A parte la temperatura, qui la sottolineatura di stampo iberico della sofferenza di Cristo è marcante. Sarà per questo, penso, che qui il venerdì santo è giorno di festa. Altra cosa abbastanza sconcertante è che il venerdì santo è diventata la festa in cui, approfittando anche del ponte festivo, le famigie si riuniscono e si fanno delle solenni sgrifate di cibi tradizionali bahiani (carurù, vatapà, feijão fradinho, moqueca e il resto accompagnati, in via del tutto eccezionale, anche da vino). Forse c'entra qualcosa il fatto che in passato i giorni di penitenza dei padroni erano gli unici giorni possibili di festa degli schiavi. Poi però succede che nelle famiglie emergono le tensioni che il tasso alcolico, spesso alquanto alterato, non aiuta a ricomporre e va a finire che il numero di morti e feriti del venerdì santo è addirittura superiore al quello del carnevale. Così siamo stati dentro. A dir la verità avevo anche buttato lì la considerazione che ai margini della via di Gesù caricato dalla croce probabilmente non c'erano penitenti silenziosi, composti e oranti, ma tutti hanno insistito sull'opportunità di rimanere dentro. Mi è sembrato saggio dar retta agl'indigeni.
La via crucis è stata abbastanza particolare: invece delle tradizionali stazioni ho chiesto a quattro pastorali (bambini, anziani, malati, famiglia) di preparare testimonianze sulle difficili situazioni che si incontrano nel loro quotidiano e abbiamo messo la via crucis e la passione della nostra gente a fianco della croce di Cristo. A queste testimonianze ho aggiunto la mia sulle grandi aree di crisi nel mondo, tanto per allargare un po' gli orizzonti e forse per dare un senso alla presenza di un prete "gringo" in quella parrocchia. La Celebrazione della Passione si è svolta normalmente. Unico elemento distintivo un bel buco nel pavimento della chiesa dove viene drizzata la croce per essere adorata. Anche quella mi è sembrata buona. Tra l'altro c'era più gente del previsto.

Veglia pasquale. Celebrazione abbastanza partecipata. La Celebrazione è iniziata alle 20, perchè qui non usa andare in giro tardi la sera, almeno per andare in chiesa. Abbiamo abbastanza "alleggerito" la liturgia della Parola (cosa che non amo, ma anche in questo caso ho dato retta agli autoctoni). Ci doveva essere un battesimo di una giovane, ma all'ultimo momento ha dato forfait. Tudo bem. Clima festoso e grandi abbracci di pace. Verso le nove e mezza tutti a letto dopo un'altra razione abbondanti di abbracci e di auguri. Nei 200 metri per andare dalla chiesa a casa ho trovato ben 2 "giuda" impiccati o impalati pronti in attesa che gli venga dato fuoco, cosa che è puntualmente avvenuta tra le 11 e mezzanotte, con effetti pirotecnici tipo scoppio del carro. Il tutto accompagnato da musica e abbondanti libagioni. Beh, del resto è festa!

Le celebrazioni sono state tutte nella chiesa matrice, più grande, mentre nella cappella di Manguiera (N.S. di Fátima) in assenza di Pe Zé Antonio che era andato a celebrare Pasqua in una parrocchia dell'interior, i ministri hanno guidato e animato le celebrazioni per chi non poteva arrivare fino alla matrice, o più semplicemente si sentiva maggiormente a proprio agio nella propria comunità. Così per la Messa di stamani, tradizionalmente poco popolata, abbiamo soppresso quella della matrice e alle 8 abbiamo "invaso" la cappella di Mangueira. Ottima idea.

In queste celebrazioni non c'è stata una persona appena appena un po' coinvolta in parrocchia, che non mi abbia chiesto di salutare Anna Maria.

Finito la messa mi sono fermato pochi minuti nella segreteria della matriz, temporaneamente alloggiata nella sacrestia, per vedere se riuscivo a far funzionar il computer che faceva le bizze. Su come faccio il prete secondo me ancora in diversi hanno delle perplessità, ma sulla mia competenza con i computer c'è un accordo genereneralizzato. E infatti il computer è ripartito.

Ho approfittato dell'occasione per vare una mezz'oretta di visita alle Volontarie, laiche consacrate che si sono prese cura da molto tempo della parrocchia e che mi sostengono e aiutano. Sono loro riconoscente.

A pranzo sono andato a Capelinha, da Suor Renata. Lí ho trovato Pe. José Carlo, Suor Germana, Rita, Letícia, Driele, Josicléidi e Socorro. Pranzo e pomeriggio piacevoli. Al ritorno mi sono fermato al supermercato a Gerál, stranamente aperto, dove ho preso corn flakes, latte parzialmente scremato (che qui si trova con difficoltà, è tutto intero o scremato) pile, giornale e un po' di necessario per l'igiene. E sono rientrato a casa.

Bene, lo show è finito e si è fatta l'ora di andare a letto. 'Notte a tutti.

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domenica 16 marzo 2008

Auguri transoceanici di buona Pasqua

Salve, gente.

è un pezzetto che non mi faccio vivo. Mi scuso.

Di cose ne sono successe, anche parecchie, solo che era difficile fermarsi a raccontarle. Non per il tempo, per la testa. Tranquilli, sto bene. Solo bisogno di riflessione.

Oggi parlavo con Ielson, un tassista membro di un istituto secolare che abita in parrocchia, e gli dicevo che sento che la mia formazione è inadeguata per la realtá di qui e che ho bisogno di riqualificarmi. Non se l'aspettava.

La scorsa settimana Anna Maria è tornata in Italia per rientrare al lavoro. La gente è stata commovente, e infatti lei si è commossa. Alle lacrime. Qui tutti aspettiamo il suo ritorno. Non passa giorno che non mi chiedano di lei.

Al contrario di me, che sono anche eccessivamente cauto nel muovermi, lei si era buttata a prendere in mano i cori, la coordinazione della comunità della Matrice e si era resa disponibile per insegnare musica e italiano e per accompagnare progetti educativi. E la gente ha apprezzato, molto.

Oggi abbiamo fatto la processione "dos ramos" dalla cappella di N.S. de Fátima alla Matriz. Eravamo appena partiti che ci ha preso in pieno un'acquata coi fiocchi. Mi si è stinta anche la stola nuova di pacca! Però, dopo i primi momenti di smarrimento, abbiamo continuato la processione con allegria cantando (bravissima Miriam, la nuova responsabile della corale), levando in alto le palme che ognuno si era portato da casa (che bello non dover pensare a procurare l'ulivo per tutti per poi beccarsi i lamenti perché non è mai abbastanza), e concludendo la processione con la Messa in chiesa, tutti molli ma, tutto sommato, contenti.

Qui la lettura della passione è molto interattiva. Ci sono 4 parti e 3 lettori: il Padre, che tradizionalmente fa Gesù, il narratore, il lettore ,che fa i personaggi singoli. La folla la fà direttamente la gente. Bello. Sicuramente aiuta la partecipazione.

Siamo e entrati nella settimana più intensa e bella dell'anno. Mi sembra di capire che qui si vivano questi giorni in un modo piuttosto diverso da quello a cui sono abituato. Tanto per cominciare qui non è primavera, con la natura che rinasce e aiuta ad entrare nel senso della festa. È autunno. Ma vi racconterò.

Approfitto dell'occasione per farvi i miei migliori auguri di

Buona Pasqua!


Un abbraccio e fate i bravi. Luca

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