lunedì 22 dicembre 2008

Buon Natale (e Ecuador, Cresime e ansia da prestazione)

Ciao gente!

Vi dico subito che in questa lettera riciclo parte del messaggio che ho scritto ad alcuni medici che hanno rinunciato a un regalo natalizio per mandarmi dei soldi. Mi spiace, ma il tempo è poco e bisogna arrangiarsi!


Poi le solite scuse per il ritardo. Stavolta ha inciso un viaggio sulle Ande ecuadoriane a fare da testimone alla mia amica Veronica che si è sposata (con un collega anglicano). Viaggio intenso fisicamente ed emotivamente. Naturalmente sono contento di averlo fatto. Che strano reindossare la felpa.


Oggi è un anno che sono ufficialmente "amministratore parrocchiale" dato che "tomei posse" il 22 dicembre scorso.

In questo anno ho cercato di conoscere questa realtà, ma soprattutto di cercare di sintonizzarmi con lei, lasciandomi affascinare da questa terra e da questa gente.

Ieri avevamo le Cresime. Abbiamo dovuto anticipare la data perché Dom Geraldo, il Cardinale, è voluto venire personalmente a celebrare, probabilmente per rendersi conto di persona di come procede l'inserimento di questo prete "gringo" nella comunità. Decisione ineccepibile, che mi ha fatto piacere. Alla fine della Messa ho approfittato dell'occasione per ripetere pubblicamente ciò che qualche settimana fa gli avevo detto in privato: il mio ringraziamento per avermi accolto nella sua Diocesi per alcuni anni e offerto la possibilità di inserirmi in una comunità che ho definito, senza nessuna enfasi, accoglitrice e affettuosa.


Di questa gente due cose mi hanno colpito in particolare: un senso dell'accoglienza inconcepibile alle latitudini europee e una storia epica che vorrei contribuire a raccogliere, valorizzare e raccontare.

Tento di spiegarmi. In questo bairro le famiglie provengono tutte dall'interior. È tutta gente (almeno fino a quelli della mia etá) che ha visto come unica speranza di vita lasciare l'arido campo dove è nata per cercare fortuna nella grande città. Sono arrivati senza nulla e come abitazione hanno costruito, insieme a altre migliaia di persone, una baracca palafitta sul mare, che è di tutti e da dove nessuno avrebbe potuto cacciarli. E su queste migliaia di scatole di legno unite da fragili e instabili passerelle senza acqua (che ironia) e senza luce hanno costruito la loro speranza. Hanno vissuto, hanno lottato, hanno fatto crescere e studiare i loro figli, hanno guardato con speranza ai camion della Limpurb che venivano a cacciare il mare scaricando sotto le loro case materiale di riporto che all'epoca era nient'altro che la spazzatura della città, ammorbando l'aria per anni con odori e germi inimmaginabili. Hanno conquistato i primi lavori: lavandaie, tuttofare, precari, commercio informale, insomma tutto quello che serviva per sopravvivere. Hanno conquistato i primi servizi: acqua, luce, posto de saude, fognature. Piano piano al posto della palafitta si è costruita la sua piccola casa, la maggior parte in un vicolino erede delle passerelle, senza luce né aria. E ha vissuto, con dignità.

Ora sta affrontando con fortezza la piaga della droga e della delinquenza. In una settimana sono state uccise due persone nel corso di rapine per strada: una sabato della settimana passata qui dietro la chiesa e uno sabato scorso nella comunità di Mangueira, sempre nella parrocchia.


Ho passato alcune settimane in cui mi sono sentito bloccato: dopo un anno passato a osservare è arrivato il momento di assumere in pieno la guida della parrocchia e mi sono sentito inadeguato. Sono arrivato alla conclusione di essere vittima di "ansia da prestazione", cosa che un po' mi ha stupito: credevo di esserne meno vulnerabile. Ma tant'è. Averla riconosciuta mi sta aiutando a superarla, come spesso succede. Eppoi, che io sappia, da questo punto di vista studenti e amanti a volte sono messi peggio, quindi non lamentiamoci troppo... In fondo mi è andata anche bene.

I progetti sono molti: formare piccole comunità cristiane che col tempo possano diventare la struttura portante della parrocchia, aprire ai giovani in questo momento i grandi assenti nella parrocchia, sviluppare un lavoro sociale di cui c'è un grande bisogno e, ahimè, costruire la casa parrocchiale che qui manca. Pensavo di essermi divertito abbastanza a San Piero con progettisti, muratori, impiantisti e pellegrinaggi in Curia a chiedere soldi, ma Qualcuno non la pensa così. Tudo bem!


Ma tra due giorni è Natale. Anche qui se si vuole un riferimento al mistero che sta all'origine della festa bisogna andare nelle Chiese. Per il resto impazza la commercializzazione più trita con effetti comici, visti da fuori. Ecco l'addobbo natalizio di un centro commerciale.


Faccio notare che qui ci sono 30º all'ombra in questa stagione.


Ma c'è anche chi per il Natale ha altri progetti...


Tutto sommato preferisco quest'ultimi. Parere personale, naturalmente.


Buon Natale.

Fate i bravi.

Luca

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