lunedì 24 dicembre 2007

Felíz Natal

Felíz Natal



qui lo passiamo così...




Abraço. Pe Lucas

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domenica 23 dicembre 2007

Toma de Posse

Salve a tutti.

Sabato

Oggi giornata campale. Preceduta da discussioni, preparazioni, prove di canto a ripetizione finalmente è arrivato il momento della tanto attesa "Toma de posse", l'ingresso ufficiale nella parrocchia e la mia nomina a parroco (probabilmente amministratore parrocchiale) di Nossa Senhora da Piedade a Maçaranduba. È atteso per l'occasione Dom Josafà, uno dei vescovi ausiliari di Salvador.

In varie occasioni ho tentato di sdrammatizzare la situazione affermando che: "Na verdade è a paroquia que toma posse di mim", ma non mi prendono sul serio. Tudo bem, come diciamo da queste parti.

La chiesa non è mai stata così pulita. Da non so dove sono saltati fuori i tappeti rossi e tutto il presbiterio è stato addobbato con composizioni di fiori. I più confusi sono gli uccellini che entrano in chiesa passando dallo spazio tra i muri e il tetto e che non riconoscono più il loro ambiente. Tranquilli, tra poco ritorna tutto a posto.

I microfoni senza filo (ebbene sì, ci sono anche qui, anche se il loro funzionamento il più delle volte è, diciamo, approssimativo) sono stati ricaricati. È saltata fuori una pianola elettrica e un amplificatore. Per la prima volta a memoria d'uomo in questa chiesa si suonerà un tamburo. Abbiamo dovuto farlo venire da fuori, ma presto ci organizzeremo.

Tre ragazze hanno provato e riprovato l'ingresso danzato della Parola di Dio, ma mi hanno escluso dalle prove. Dicono che deve essere una sorpresa.

Rispetto all'Italia, qui la liturgia ha un paio di cose interessanti. Una marginale: quando da noi si dice "Beati gli invitati alla cena del Signore" qui si possono usare a scelta altre 4 frasi differenti prima di concludere "ecco l'agnello....". L'altra, che mi sembra azzeccata, sono le acclamazioni che vengono fatte durante la preghiera eucaristica nella preghiera dopo la consacrazione al termine di ogni "argomento". Aiutano molto la partecipazione in un momento in cui è facile estraniarsi. Da noi mi sembra siano previste nella Messa dei fanciulli, ma non ne sono sicuro.

Ora vado a casa. Alle 19 inizia tutto l'ambaradan. L'orario di conclusione è molto incerto. Le previsioni sono sconfortanti. Tudo bem.

Domenica

Le previsioni erano azzeccate, ci sono volute più di due ore per farmi pastore di questa parrocchia (locuzione che alleggerisce agli occhi della gente la nomina non a parroco ma a amministratore parrocchiale, probabilmente perchè il parroco emerito è sempre vivo oppure perchè non do molto affidamento, non lo so).

In compenso la celebrazione è stata molto bella e partecipata. Dom Josafà nell'omelia ha ricollegato la mia presenza alla grande tradizione dei preti fiorentini nella Bahia, cosa che mi ha fatto molto piacere, e ha tratteggiato il percorso della mia vocazione missionaria (aveva chiesto lumi a riguardo), oltre a commentare un po' il Vangelo del giorno - cosa che non guasta in una Messa.
Mancavano i preti vicini, ma è comprensibile che il sabato prima di Natale avessero delle cose da fare. C'era solo il cappellano di Nossa Senhora dos Alagados.

La danza di intronizzazione della Parola era molto bella, i canti partecipati, i commenti curati, tutte le pastorali della parrocchia presenti con i propri segni di riconoscimento (magliette, fascie, pettorine). Insomma posso essere soddisfatto.
Perfino la piazza, che il sabato normalmente è un caos di musica, gente che beve e parla ad alta voce a un paio di metri dalle porte e finestre della chiesa, ieri sera era silenziosa. Un evento.

Bene, Domani sera è già Natale. Auguri!

Um abraço. Pe. Lucas

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lunedì 10 dicembre 2007

Aggiornamenti baiani 2

Ciao a tutti

Ieri, Immacolata Concezione, le due chiese erano semivuote.

Ne ho approfittato per fare una foto al tabernacolo di N.S. di Fátima, fatto quando ancora la maggior parte della gente abitava nelle palafitte.


Mi hanno spiegato che in molti probabilmente erano andati nella chiesa di Nossa Senhora da Conceição da Praia, un'importante chiesa vicino al porto, per i festeggiamenti. Eccola.


La sera ho visto un paio di servizi alla televisione sui festeggiamenti. Erano davvero impressionanti. È uno degli aspetti della religiosità di qui nei quali fatico a ritrovarmi.

Naturalmente non poteva mancare il legame con il Candomblé rappresentato da Oxum, la dea delle acque dolci, bella, ricercata, che ama essere al centro dell'attenzione.


Siamo nella Bahia! C'è un gruppo musicale che, in una hit di successo, sostiene che tutta la Bahia è di Oxum. Non so bene il perché, ma lo scoprirò.


A pranzo e nel pomeriggio siamo andati a festeggiare le prime comunioni di un gruppetto di ragazzi che vivono in un ricovero per bambini "carenti" (così dicono qui). Non si tratta di disabili ma di figli di famiglie che non possono accudirli e che sono affidati alla struttura.

Ci sono ragazzi e ragazze dai 2 ai 18 anni.

Dopo i primi momenti nei quali ci siamo presi reciprocamente le misure è scattata una buona confidenza.


È andata a finire che ci siamo lasciati decisamente coinvolgere.


Valeu, dicono da queste parti.

In casa piano piano troviamo gli accorgimenti giusti per evitare le baratte. Per ora rimangono le zanzare e le formiche, ma siamo fiduciosi.

Un abbraccio a tutti. Luca

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mercoledì 5 dicembre 2007

Aggiornamenti baiani 1

4.12.07

Ciao a tutti.

stamani, alle prime luci dell'aurora, siamo stati svegliati dai foguetes (fuochi di artificio, botti). Erano in onore di Santa Barbara, protettrice di pompieri, artiglieri, muratori e in generale di chi lavora con fuoco e esplosivi.

A dire la verità dopo che il Concilio aveva deliberato di abbozzarla con il culto di santi la cui storicità era dubbia la festa liturgica di S. Barbara era stata soppressa. Ma pompieri, minatori, artiglieri ecc. non ne hanno voluto sapere.

Qui nella Bahia, poi, S. Barbara è soprattutto la santa cattolica il cui culto è legato a quello di Yansâ, orixa (divinità) del Candomblé.


Donna che inghiotte il fuoco. Leopardo che mangia peperoncino crudo. Osò entrare nel paese dei morti e ne uscì viva. Possiede la capacità di trasformarsi in bufalo che corre nella savana.

Dice Jorge Amado (Bahia di tutti i Santi): «Yansã è conosciuta anche come Oyá e quando è Oyá Bali comanda gli eguns (spiriti), padrona dei morti. È l'orixa dei venti e delle tempeste. Guerriera coraggiosa ha accompagnato il marito Xangô in guerra. È stata la sua terza moglie. Divinità del fiume Niger, ama comandare, sensuale e inflessibile. Nel sincretismo bahiano è Santa Barbara e c'è un mercato con il suo nome nella Baixa dos Sapateros (dove ha sede il corpo dei pompieri. n.d.Luca). Collane di perline viola, vesti rose. Usa spada e eruexim (una specie di scacciamosche o frustino. n.d.Luca) fatto con coda di bue. Mangia capra, gallo, acarajé. Non mangia abóbara, ha un carattere difficile. Saruto: Eparrei!. La più vecchia delle Yansãs si chiama Oyá Ijebé».

Le sue figlie, nel senso di donne che hanno i suoi tratti e possono fare il cammino di iniziazione al suo culto, possiedono l'archetipo delle donne audaci, sensuali, sfrenate e autoritarie: donne di grande fedeltà che possono lasciarsi andeare a manifestazioni di estrema collera. Sono molto gelose, energiche e volitive, nervose e dinamiche. Conquistano e dominano gli uomini.


Domenica scorsa giornata campale. Alla seconda messa, nella chiesa madre, 5 battesimi. Ho stupito tutti per la scioltezza con cui ho condotto la celebrazione.

Al pomeriggio, insieme a 30.000 persone, allo stadio. Non per la partita del Bahia (anzi lo stadio era quello della squadra rivale, il Vitoria), ma per la beatificazione di Irmá Lindalva, martirizzata a coltellate nel 1993. Siamo partiti di casa prima di mezzogiorno e siamo rientrati alle 9. La celebrazione è stata preceduta da uno spettacolo coreografico che dalle tribune si sono goduti. Noi preti eravamo nel campo e abbiamo visto poco. Possiamo dire che facevamo parte dello spettacolo.

Impressionante l'ingresso in campo dei due simboli della religiosità bahiana: il crocifisso detto "Senhor de Bomfim" e la statua di "Nossa Senhora da Conceição da Praia" (non a caso sincretizzati con i due orixá più importanti: rispettivamente Oxalá e Iemanjá). Un'ovazione che avrebbe fatto invidia alla seleção (nazionale). Nell'occasione ho conosciuto un paio di preti italiani, un comboniano e un fidei donum di Bologna. Tutto serve.

Per il resto tutto bene. Ho scattato qualche foto della casa:

questa è la nostra strada con a fianco la casa (quella blu)



Ecco poi la nostra cucina:



e infine l'angolo che più amiamo



Allora vi ho tediato abbastanza. Un'ultima cosa: non amo mandare in giro email con molti indirizzi aperti per cui questa è l'ultima. Per favore divulgatela ancora una volta, poi mantengo questo indirizzario. Chi non c'è e vuole continuare a ricevere notizie mi scriva e chi c'è e non le vuole me lo dica.

Un abbraccio a tutti. Luca

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sabato 1 dicembre 2007

Primo aggiornamento

Ciao a tutti.

Stavolta ho qualche indirizzo in più a cui inviare le notizie, ma ancora sono pochi. Prego di nuovo chi riceve il messaggio di farlo girare.

Cominciamo.

La nostra sistemazione, pur provvisoria, è più confortevole di come era la canonica di San Piero quando sono arrivato.

L'impianto elettrico non è il massimo, ma può andare e così quello idraulico. C'è la noia che qui in Brasile gli scarichi dei water sono stretti e quindi per non rischiare di intasarli la carta igienica va gettata in un apposito cestino. Noi italiani fatichiamo ad "accostumarci", ma qui è normale.

La casa era fornita dell'equipaggiamento "basico" che a me andava quasi bene. Tanto le macchinette del caffé me le ero portate. Per capirsi: stanotte ho sentito qualcosa muoversi in camera, mi sono alzato, ho acceso la luce e ho cacciato la baratta (scarafaggio) di camera. Del resto siamo al pian terreno. A San Piero avevo i topi al primo piano...

Anna Maria invece appena vede muoversi qualcosa, anche le formiche, si inquieta ed è inutile spiegarle che i gechi non hanno mai assalito nessuno. Sente poi l'esigenza di ulteriori mobili, utensili ed elettrodomestici. La capisco. Intanto ha un carattere più strutturato del mio per cui si adatta peggio. Poi lei vive di più la casa. Infine io sono sostanzialmente a mio agio dappertutto e quindi una casa più scomoda non mi crea difficoltà. Lei invece è in difficoltà con la lingua e non ha ancora imparato come muoversi e quindi sente più di me il bisogno di un luogo dove sentirsi a proprio agio. Almeno penso.

Il quartiere è povero e densamente popolato. Mi hanno raccomandato cautela nell'ostentare cose (la mia bellissima videocamera sta rimanendo sepolta nella sua borsa, ma verrà il giorno che la userò), per il resto uso la normale cautela richiesta da una periferia sudamericana.

La Parrocchia è articolata in due comunità che fanno capo una alla chiesa matrice e l'altra alla cappella di N.S. di Fátima, situata in un centro educativo gesuita il cui responsabile ha retto negli ultimi due anni la parrocchia.

Hanno una storia molto diversa, che va rispettata. Non sarà facilissimo fare unità. La mia sensazione è che quella inquadrata dal gesuita abbia una marcia in più, ma qui negherò l'affermazione anche sotto tortura.A dir la verità ce ne'è anche una terza, ma versa in stato catatonico.

Appena finito con i documenti e la sistemazione della casa comincerò a visitare le varie pastorali (sposi, vecchi, salute, giovani, bambini, progetto di iniziazione cristiana, liturgia, gruppi biblici, studio documento di Aparecida. Non so se ho scordato qualcuno) e poi a visitare alcune famiglie nel bairro. Anche in questo si manifestano alcune differenze con Anna Maria. A me andare tranquillo nel fare le cose non pesa, anzi. Per lei invece è pesante non avere ancora un'attività definita, un ruolo. Si sconforta. Caratteri.

Volevo mandarvi qualche foto ma la scheda di memoria della macchina si è "attrapagliata" (mi piace questa parola, rende bene l'idea), così devo prima sbrogliarla.

Vi saluto tutti. Un abbraccio. Luca

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